La mobilità elettrica sta diventando sempre più una realtà, ma essa non si fonda soltanto sulla diffusione di veicoli alimentati a batteria, ecosostenibili e a zero emissioni. La vendita e il noleggio di veicoli elettrici, infatti, devono essere supportati da una diffusione della rete e delle infrastrutture di ricarica, che devono raggiungere una capillarità tale da rendere la rivoluzione green della mobilità veramente possibile, nonché comoda per gli automobilisti.
La distribuzione delle colonnine di ricarica
Le auto elettriche disponibili stanno crescendo sempre più in numero e in varietà. Si spazia, ormai, dalle ibride plug-in (in aumento percentuale del 1102%) alle full electric (con un tasso di crescita del +528%): ognuno dei veicoli green come quelli disponibili su questo sito, permette un’esperienza di guida ecosostenibile e ottimale, poiché nutrita dalle migliori tecnologie, tutte rigorosamente a zero impatto ambientale (nel caso dell’elettrico puro).
Questo boom dell’alimentazione a batteria sta ovviamente portando a una maggiore pressione per una più capillare diffusione delle colonnine di ricarica, unica autentica alternativa alla ricarica domestica. Le colonnine pubbliche oggi sono circa 23mila, e il loro numero sembra destinato a crescere fisiologicamente di pari passo al numero di veicoli elettrici in circolazione.
Va da sé, la diffusione dell’elettrico non può essere ridotta a una semplice questione di numeri di colonne e auto, ma passa anche per i metodi di pagamento (con ritorno al sistema degli abbonamenti) e il problema della tariffazione KWh: tutti elementi, questi, che da una parte vanno incontro all’automobilista, che può scegliere il sistema più consono alle proprie esigenze, e dall’altra agevolano gli operatori del settore, permettendogli di segmentare meglio l’offerta data l’enorme diffusione dei veicoli da ricaricare.
I più grandi operatori del settore
Le colonnine ovviamente ci sono, specie nei più grandi comuni d’Italia: questo è un dato che chiunque desideri passare all’elettrico deve e può tranquillamente tenere presente, vista la preoccupazione generale del rifornimento per chiunque non voglia gravare sulla propria rete domestica. Allo stesso tempo, è ovvio constatare che non tutti gli operatori del settore godono della stessa distribuzione sul territorio nazionale.
Certamente, tra gli operatori spicca Enel X, che vanta circa 13mila colonnine di ricarica (oltre la metà del totale del territorio italiano) e che si distingue per una tariffazione segmentata, in risposta alla differenziazione ormai in corso tra i proprietari di auto ibride plug-in ed elettriche. Numero ragguardevole è quello raggiunto da un altro operatore: Becharge, infatti, vanta poco meno di 6mila colonnine sparse sul suono nazionale, distinguendosi per tariffe estremamente convenienti.
La situazione ovviamente tende a variare tra Nord e Sud, con alcune aziende di distribuzione (come A2A) particolarmente operative in Lombardia, a scapito della creazione di isole di ricarica elettrica nel Sud. In Sicilia,a d esempio, si contano soltanto undici stazioni di ricarica rapida (con 4 nel solo catanese), a fronte di 282 colonne di ricarica già operative (contro altre 60 da attivare, per un totale di circa 350 punti di ricarica). Anche all’interno del territorio siciliano, le differenze si notano profondamente, con oltre 50 colonne nel comune di Catania e meno di 10 nel palermitano. Questo gap può essere tutto imputato ai tempi della burocrazia, notoriamente lenti ma necessari all’autorizzazione degli scavi e dei lavori propedeutici all’installazione della colonna di ricarica.
Le tariffe per la ricarica elettrica
La decisione a livello nazionale ed europeo è chiara: investire sempre di più nell’elettrico; questo può tradursi da un lato in incentivi per la mobilità green e in supporto alle società di noleggio per il phase out (transizione graduale) agli spostamenti ecosostenibili; ma dall’altro lato andranno incentivate anche la creazione e la distribuzione uniforme di stazioni di ricarica per auto elettriche.
Ogni operatore, inoltre, offre ovviamente le proprie tariffe, i propri abbonamenti e i propri vantaggi. Tendenzialmente, a fare la differenza, più che il costo dell’energia in sé, è la potenza della colonna, con ricaduta positiva sui tempi di ricarica (l’unica vera variabile da tenere in considerazione). Si va dunque dalle colonne a 22 KW, che prevedono costi di circa 0,40 euro al KWh, fino alle ultraveloci (350 KW) con costi di 0,79 euro al KWh. Possono subentrare poi le tariffe flat, capaci di offrire un vantaggio in base al tipo di operatore preferito, così come – e questo è il caso di A2A, ad esempio – tariffe a tempo, gratuite presso le isole di ricarica fino a 3 ore, e poi a costi irrisori per minuto dalla quarta ora in poi.